Tesi: Dal Combattimento Alla Lesione, Ricerca di Indicatori in Reperti Scheletrici Umani Nuragici

Tesi di Laurea di Antropologia Forense (con elementi di Archeologia Sperimentale e Scherma Storica)

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  1. Alessandro Atzeni
     
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    Buondì. Mi sono finalmente deciso a rendere fruibile gratuitamente la mia tesi di laurea "Dal Combattimento alla Lesione: Ricerca di Indicatori in Reperti Umani Scheletrici di Età Nuragica".
    Volevo mettere il link ma non ci riesco. mi rigetta il messaggio di risposta (url non valido).
    Tornando alla tesi: ho sfruttato i miei diversi interessi per cercare di rispondere ad alcune domande riguardo la natura pacifica o bellicosa di una cultura dell'età del Bronzo, stanziata in Sardegna.
    Lo studio ha un approccio sperimentale. Ho messo insieme più discipline (reenactment, archeologia sperimentale, scherma storica, antropologia forense) per fare qualcosa di (spero) soddisfacente. All'interno della tesi non si parla solo di età del bronzo. Ci sono esempi relativi al periodo romano, barbarico e bassomedioevale (scheletro di un uomo d'arme del 1363 d.C.).
    Ci sono anche alcuni capitoli sulla mia interpretazione di combattimento nuragico con scudo e spada in bronzo.
    Spero troviate la lettura interessante.
    Ringrazio il "mio" gruppo di rievocazione e scherma storica, la "Memoriae Milites" di Cagliari, che mi ha molto aiutato in questo lavoro.

    Riporto l'introduzione sia in ITA che in ENG.

    CITAZIONE
    L’argomento di questa tesi nasce dall’esperienza congiunta di rievocazione storica ed archeologia sperimentale che ho maturato con gli anni. Appassionato di rievocazione dal 2007, ho praticato (e continuo tuttora a praticare) la scherma ed il reenactment relativi a svariati periodi della storia della Sardegna: il periodo medioevale (giudicale), quello romano-imperiale e da ultimo quello nuragico. La necessità di avere maggiori informazioni, non disponibili tramite le fonti scritte, iconografiche e archeologiche legate sopratutto a quest’ultimo periodo, mi ha portato con gli anni a pormi ulteriori quesiti sull’argomento.
    Quella dei nuragici era una società pacifica? In caso contrario come combattevano i suoi guerrieri? Che tipo di struttura gerarchico-militare avevano? Le risposte a queste domande diventavano sempre più impellenti man mano che mi confrontavo con il pubblico (e spesso con i pregiudizi legati a questo lontano periodo). Desideroso di avere delle risposte, coadiuvato dall’esperienza di artigiano-archeotecnico del bronzo che porto avanti nei ritagli di tempo, ispirato da studi sulla cosiddetta “archeologia del combattimento” e dalle tecniche forensi applicate nell’archeologia, sono giunto a conclusione che solo studiando i resti umani di quegli uomini vissuti 3000 e più anni fa, avrei potuto ricavare maggiori risposte alle mie domande.
    Nel presente lavoro ho esaminato i casi più noti in letteratura di reperti scheletrici con visibili segni traumatici, ponendo particolare attenzione ai periodi preistorici. Come paragone per lo studio dei reperti nuragici è stato utilizzato lo scheletro di un presunto soldato medioevale, il quale presentava diversi traumi da combattimento. I resti ossei nuragici consistono in tre crani appartenenti a tre diverse sepolture collettive localizzate in aree della Sardegna tra loro molto distanti. Per questi tre casi si è provveduto a determinare il tipo di trauma osservato, che tipo di arma ha provocato la ferita e lo scenario ipotetico dell’aggressione che ha interessato ciascun individuo. Lo studio di questi casi ha permesso una ricostruzione delle modalità di combattimento più verosimili per tale periodo; queste hanno permesso di dedurre quali ferite e in quali aree del corpo si potrebbero riscontrare più frequentemente i traumi. La riproduzione dei traumi mediante prove d’archeologia sperimentale (test di taglio) hanno permesso di capire quali lesioni potrebbero essere prodotte da alcune specifiche armi dell’età del Bronzo. Come ultima analisi sono stati elencati i principali casi di trapanazioni craniche per poter determinare se tali pratiche siano da mettere in relazione a traumi conseguenti ad episodi violenti o a pratiche etnoiatriche.

    CITAZIONE
    The subject of this thesis was born from a joint of historical reenactment and experimental archeology that i have gained over the years. Fond of living history since 2007, I practiced (and still continuing to practice) the fencing and the reenactment related to various periods of the history of Sardinia: the medieval period (Judicial), the Roman Empire and finally the nuragic one (Age of Bronze). The need to have more information, not available through the written sources, iconographic and archaeological related especially in the latter period, led me through the years to ask me more questions on the subject.
    Nuragics was that of a peaceful society? Otherwise how his warriors fought? What kind of hierarchical-military had? The answers to these questions became more compelling as I compared them with the public (and often with the prejudices related to this distant period). Eager to get answers, aided by the experience of bronze artisan-archeotecnic that I carry in my spare time, inspired by studies on the so-called "archeology of combat" and forensic techniques applied in archeology, I have come to the conclusion that only by studying the human remains of those men lived 3000 years and more ago, I could get more answers to my questions.
    In this paper I have examined the best known cases in the literature of skeletal remains with visible signs of trauma, paying particular attention to prehistoric times. As a comparison for the study of the nuragic finds, was used the skeleton of a supposed medieval soldier, who presented several combat trauma. The skeletal nuragic remains consist of three skulls belonging to three different collective burials located in areas of Sardinia each other very distant. For these three cases, it was decided to determine the type of trauma observed, what kind of weapon caused the wound and the hypothetical scenario of the attack that affected each individual. The study of these cases has allowed a reconstruction of how to combat the most plausible for that period; These have enabled us to deduce which wounds and in which areas of the body could be encountered more frequently trauma. Reproduction of trauma by tests of experimental archeology (test cutting) have allowed us to understand what injuries could be produced by a number of specific Bronze Age weapons. As the final analysis were listed the main cases of cranial drilling to determine whether such practices are to be related to trauma resulting from violent incidents or etnoiatric practices.

    (scusate per l'intro in inglese tradotta un po' alla carlona)
     
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  2. Viola Francesco
     
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    Grazie Alessandro, molto interessante.
     
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1 replies since 8/7/2015, 13:34   621 views
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